Se il 2007 è stato l’anno della virtualizzazione in generale, il 2008 è l’anno delle soluzioni VDI: VMware ha rilasciato da qualche mese Virtual Desktop Manager (ora chiamato Virtual Desktop Infrastruture) e Citrix si appresta a rilasciare per fine mese XenDesktop, ma il mercato è ricco di soluzioni alternative e spesso interessanti. E’ il caso di Qumranet, startup americana, che ha presentato la prima release della sua soluzione VDI full boxed: Solid ICE 4.1 (non tragga in inganno il numero di versione….).
Questo prodotto fornisce una completa piattaforma per il desktop comprensiva di hypervisor (il prodotto si basa su KVM), console di gestione, connection broker e di un protocollo proprietario per la connessione al desktop. E’ proprio questo protocollo, chiamato SPICE, che rende il prodotto di particolare interesse in quanto sembra essere in grado di garantire un’elevata qualità audio/video, fino a 30 fps (anche se al momento non sono a conoscenza dei requisiti di banda).
Sul sito di virtualization.info Alessandro Perilli comunica anche un ipotetico prezzo di vendita al pubblico: 200$ per desktop.
Per ulteriori informazioni:
Aggiornamento: sono stato contattato dal distributore per l’Italia che mi ha confermato che il prezzo retail di Solid ICE è di circa 200€ per desktop virtuale, escluse promo e sconti sui volumi.
La società annovera tra i fondatori Moshe Bar che è stato anche il fondatore di XenSource a suo tempo venduta poi a Citrix.
Per quanto riguarda la soluzione XenDesktop ed il confronto con KVM ritengo interessante lettura l’articolo http://blog.codemonkey.ws/2008/05/truth-about-kvm-and-xen.html
Mi permetto di fare alcune considerazioni a proposito dell’articolo di Anthony Liguori che hai citato, facendo un po’ anche l’avvocato del diavolo.
Anthony Liguori spiega bene che le distribuzioni Linux che attualmente contengono Xen, in realtà lanciano un microkernel Xen sul quale gira una macchina virtuale particolare (chiamata Domain 0) con dentro una distribuzione Linux. In realtà è più o meno quello che faceva VMware ESX fino alla versione 2.x. In questo senso Xen non è parte di Linux, perché è un microkernel che viene eseguito prima, ma questo ha come sempre vantaggi e svantaggi.
Liguori richiama poi una serie di kernel scritti specificamente per applicazioni particolare; non li conosco tutti, ma mi trovo in disaccordo in particolare su QNX. QNX è un kernel studiato per applicazioni real time; è una soluzione piuttosto costosa, ma particolarmente performante che, se non ricordo male, non a caso è stata scelta per applicazioni medicali particolarmente critiche. Un kernel multi-purpose come Linux garantisce numerosi vantaggi, perché imparando a conoscere un sistema ne puoi gestire tanti e perché puoi portare tecnologie specifiche di un settore in un altro, ma questo non lo rende automaticamente migliore o superiore ad altre soluzioni.
In ogni caso credo che alla fine gli elementi che determinano il successo di un prodotto siano la stabilità e la semplicità d’uso. Quindi la battaglia è estremamente aperta.